Jacques Durand occhiali, gioielli per occhi

Per Jacques Durand andare oltre le regole è necessità interiore. Per questo preferisce essere considerato un conceptor e non un designer, che ha scelto l’Italia e l’area di Vicenza, per realizzare e far crescere i suoi prodotti nel mondo.

“Ho iniziato a lavorare all’età di tredici anni. Eppure mi sento come uno che non ha mai lavorato in tutta la sua vita. Perché per me il mio lavoro è piacere, gioia e appagamento.” Basterebbe questa affermazione per inquadrare al meglio Jacques Durand, creatore e animatore di JDO, uno dei brand più amati e rispettati nel mondo dell’occhialeria. Amati e rispettati perché dietro quest’uomo dai modi garbati ma decisi si nasconde una vicenda umana unica e per molti versi irripetibile.

Francese, profondamente francese, Jacques Durand da quando ha iniziato a lavorare non si è più fermato, salendo gradino dopo gradino una lunga scala fatta di impegno e successo internazionale: prima diventando ottico, quindi accumulando esperienze vastissime nel mondo dell’occhialeria, fino a diventarne un protagonista assoluto.
Perché nell’iconografia del mondo dell’occhialeria Jacques Durand rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che fanno dell’unicità e della qualità del prodotto occhiale un riferimento. E poi, diciamolo senza troppo senso del pudore: per chi lavora in questo settore Jacques Durand è sotto molti punti di vista la punta dell’iceberg, la parte più luminosa di un mondo che ogni giorno racconta ed esprime sintesi emotive uniche, partendo da un oggetto che ci accompagna dall’istante in cui ci alziamo dal letto fino a momento del riposo notturno.

Se a queste considerazioni aggiungiamo che il conceptor francese che ha scelto l’Italia come casa professionale, ha dalla sua una storia assolutamente unica e per molti versi straordinaria, risulta facile comprendere come questo incontro rappresenti una opportunità preziosa. Gli inizi professionali di Jacques Durand, già nascondevano un desiderio: evolvere e passare da un lavoro tradizionale a uno più creativo. Una voglia di andare oltre che lo accompagnò allora e che lo segue ancora oggi. Così da ottico si trasformò in agente di commercio, poi in uomo di marketing e comunicazione, fino all’approccio con il design, con la progettazione. Anzi con la concezione, come specifica lui.

Un percorso fatto di gran passo quasi bruciando le tappe. Perché la meta era chiara e il desiderio di raggiungerla molto forte. “La mia vita professionale – ci spiega Jacques Durand – è stata ricca di incontri importanti che sono andati a incidere in modo significativo nel mio lavoro.” Per certi versi potremmo definire Jacques Durand una persona profondamente innamorata del suo lavoro ma mai soddisfatta fino in fondo di ciò che ha realizzato. Perché, come ci spiega: “c’è sempre un modo, una strada per andare oltre.”

La vicenda di Jacques Durand, a ben guardare è un percorso costruito con grande determinazione e grande passione, attraverso step che sono qualcosa di più di semplici tappe di una carriera. Perché già da giovane ottico all’età di venticinque anni inizio a collaborare con i marchi e i designer più famosi creandosi un varco importante. Un passaggio che lo mise nelle condizioni di crescere nello sviluppo di tutti i concetti che contribuiscono a fare di un occhiale un prodotto di design.

I nomi sono tanti e tutti altisonanti: Alain Mikli, Stark, Bugatti sono punti di transito importanti nella vicenda personale di Jacques Durand. È evidente che respirando aria così ricca di creatività e di capacità interpretative, le grandi potenzialità di Jacques Durand trovarono presto la strada giusta per esprimersi. “Quelli – ricorda oggi Jacques Durand – sono stati anni formidabili e fondamentali. Per il semplice fatto che furono dedicati alla creatività assoluta, alla libertà di immaginare, sperimentare e creare. Furono anche gli anni in cui imparai a distinguere fra un oggetto lussuoso all’apparenza e uno realmente di lusso.”

Qui la differenza fra i due concetti è spiegata in modo molto semplice ma sicuramente significa, soprattutto per coloro i quali hanno fato del mondo dell’occhialeria la propria professione oltre che la propria passione. “Ai tempi – ricorda Jacques Durand – c’erano alcune griffe che vantavano prodotti molto lussuosi venduti a prezzi decisamente elevati. Per me che li studiavo e ne seguivo la produzione da vicino, era evidente che da una parte c’erano prodotti griffati lussuosi e dall’altra prodotti di lusso. Non sempre le due cose erano coincidenti. La differenza stava tutta nel modo in cui questi occhiali erano costruiti. Pensavo che dietro certe esperienze ci fosse un po’ di furbizia.

Ricordo che analizzavo gli occhiali di queste griffe e mi rendevo conto che troppo spesso dietro a una linea bella e ricercata, si nascondeva una esecuzione semplice se non addirittura un po’ grossolana. Mi convinsi che la ricercatezza delle soluzioni doveva stare anche nella realizzazione e non solo nelle linee e nelle forme. A volte nelle linee più semplici si nascondo le sfide più importanti tecnicamente. Quelle stesse sfide che portano a creare un oggetto di lusso e non uno lussuoso.” Ed è proprio partendo da questo concetto che la vicenda di Jacques Durand si è fatta strada nel mondo. Perché probabilmente è stato lui fra i primi a rendersi conto e a fare in modo che la differenza non fosse solo nell’aspetto ma trovasse una sua ragione d’essere proprio nella realizzazione in fabbrica dell’occhiale. “In quegli anni – ci racconta ancora Jacques Durand – non disponevamo di un impianto produttivo nostro, però la produzione era un aspetto che seguivamo tantissimo. Tanto che proprio per essere certi di ciò che si andava a realizzare e di come si andava a realizzarlo, più volte mi capitò di acquisire macchinari specifici per le officine produttive, anche se non erano di nostra proprietà. Ero e son convinto che il lusso vero comprenda anche la manifattura, concetto che non è cambiato nel corso degli anni, anche se fra i macchinari di allora e quelli di oggi ci sono differenze inimmaginabili. Oggi la produzione è cosa diversa da quarant’anni fa ma dettagli e finitura non sono aspetti su cui si possa mediare. E per entrambi ci vuole fantasia e amore.”

Il desiderio di rompere gli schemi Jacques Durand ce l’ha probabilmente nel proprio DNA, visto che i suoi prodotti sono dirompenti rispetto alla quotidianità cui siamo abituati. Jacques Durand ama sovvertire e rivoluzionare. Cosa che fa non solo con le scelte stilistiche e tecniche dei suoi prodotti, dei suoi occhiali che, inutile dirlo, chiunque è in grado di riconoscere al primo colpo d’occhio, perché hanno il grande pregio di non conoscere il passare del tempo. Non è quindi un caso se quando si affrontano le tematiche del canale distributivo, le cose su cui mettere l’accento non sono certamente poche e soprattutto non sono necessariamente carezze per chi le ascolta. Ma sono ragionamenti perfettamente congrui con il Jacques Durand – pensiero che mettono in risalto i punti ritenuti più deboli di un sistema prodotto che può esprimere molto più di quello che riesce a offrire oggi.

“Penso che il mondo dell’occhiale – spiega ancora Jacques Durand – debba fare dei grandi passi in avanti nella parte finale della catena distributiva. Spesso ho la sensazione che gli ottici non riescano a offrire ciò che invece potrebbero. Faccio un esempio: l’ottico pensa che le novità siano sacrosante e restino il vero motore del mercato. Così da Milano a Tokyo, passando per new York, ogni volta che un rappresentante entra in un negozio di ottica si sente chiedere regolarmente: che novità hai, che prodotti nuovi sei venuto a presentarmi? E se la risposta è provocatoriamente “niente” come nel nostro caso, quasi ci rimangono male. La questione è che gli ottici oggi sono dei tecnici che definire eccellenti è il minimo, ma commercialmente sono ancora poco attenti.”

Fra le scelte apparentemente contro corrente di Jacques Durand c’è anche quella di stabilirsi in Italia per produrre i suoi occhiali ed anche in questa scelta, come sempre sottolinea, il caso ha avuto il suo peso nel muovere le cose.
“Nel periodo attorno al 2011 il mercato dell’occhialeria – ci spiega ancora – era particolarmente difficile per i produttori. Da una parte i tempi di concezione e produzione di un nuovo occhiale, dall’altro i costi e i tempi per svilupparlo, rendevano i produttori molto frenati ad assumersi impegni. Così, spinto anche dalle persone che mi stanno attorno ho deciso che avrei realizzato un mio marchio in base alle mie idee e ai miei desideri.”

Presa la decisione iniziò il percorso per renderla operativa. La ricerca di un partner per produrre in primo luogo. Qui la scelta non era facile: ci voleva una partner che avesse ben intesta il concetto di qualità, di servizi al cliente e di gestione industriale di una produzione d’alto livello. Fra i tanti contatti che aveva sviluppato negli anni, quello con la famiglia Concato e in particolare con Domenico Concato, titolare di una attività di ottico con diversi punti vendita in provincia di Vicenza, era particolarmente vivo. Al punto che proprio da questo conoscersi e dal conseguente confrontarsi, nacque l’idea di mettersi insieme per produrre le creazioni di Jacques Durand.

“All’inizio – ci racconta Domenico Concato che oggi guida l’atelier Jacques Durand a Montecchio Maggiore – per la produzione acquisimmo una azienda francese ritenendo che fosse più semplice gestire concept e realizzazione tenendoli in reciproca prossimità. Da noi in Italia decidemmo di tenere solo la parte atelier, cioè la produzione di occhiali specifici o su misura e poco altro. Poi a onor del vero le cose non furono così facili. Si erano creati problemi sia con alcuni fornitori e sia di gestione quotidiana che non poteva essere altrettanto efficiente quanto quella che avremmo garantito producendo qui.

Questo non solo per una questione di distanze, ma anche per abitudini operative differenti fra italiani, vicentini in particolare e francesi. Noi siamo sicuramente più elastici rispetto alle necessità. La sensazione è che in Francia ci sia una grande distanza fra proprietà e personale stipendiato, che appartengano a due mondi differenti. Da noi invece il senso di collaborazione e di condivisione è molto più elevato. In tutto questo poi le sei ore di macchina fra qui e la sede francese non rendevano la vita facile. Quindi ne abbiamo parlato con Jacques e abbiamo deciso di provare a spostarci qui facilitandomi molto le cose. Sotto questo aspetto devo dire anche che Jacques è stato non solo comprensivo, ma anche estremamente disponibile. Così dopo un anno di attività abbiamo fatto il grande passo verso la nostra provincia.”

I risultati però alla fine sono arrivati. Aver portato il centro operativo in Italia, ha permesso di sviluppare in modo più armonico il lavoro e di avere un rapporto più diretto con alcuni fornitori (tra l’altro, tutti di primissimo livello). Operazione riuscita verrebbe quindi da dire. E la conferma arriva proprio da chi questo trasloco ha scelto di farlo. Ci riferiamo a Jacques Durand che oggi, a distanza di quasi dieci anni da quel 2012 si dice molto soddisfatto di questa scelta, nonostante, aggiungiamo noi, la scomodità di lavorare a diverse centinaia di km da casa.

Nella fabbrica di Montecchio Maggiore sono quindi prodotti oggi tutti i pezzi marchiati Jacques Durand seguendo un modus operandi che è la sintesi ideale fra industrializzazione e artigianalità del prodotto. Una simbiosi che rende gli occhiali in questione dei pezzi unici e rari. Accanto a lavorazioni che, eseguite con macchinari CNC, risultano perfette, c’è l’aspetto della cura dell’uomo che con la sua esperienza riesce a vedere dove nessun impianto automatizzato anche dotato di sistema di visione sarebbe in grado d’intervenire. Quindi da una parte la tecnologia che rende il prodotto perfetto e robusto, dall’altra la passione manuale che lo rende anche unico e inimitabile. Si badi bene, queste non sono parole dette a caso: sono parole scritte con cognizione di causa.”

Una delle grandi fortune di cui abbiamo potuto approfittare per via di questo trasferimento – spiega ancora Domenico Concato – è legata al territorio in modo insindacabile. Siamo nel vicentino che storicamente è terra di gioielleria e di oreficeria. Questo ha reso possibile poter attingere a un mercato del lavoro che metteva a disposizione le figure professionali capaci di lavorare con grande manualità e grande delicatezza. Permettendoci di alzare ulteriormente il nostro livello qualitativo. Sinceramente non credo che oggi sia possibile fare di meglio. Non a caso il nostro principale mercato è quello giapponese che, come tutti sanno, è la patria della perfezione e della qualità. Il fatto che loro apprezzano il nostro lavoro per noi è motivo di orgoglio e di soddisfazione.”
Il flusso produttivo in azienda è molto razionalizzato e si basa su persone giovani e desiderose di crescere. Questo discorso vale per la parte di progettazione CAD CAM e per i singoli ruoli in produzione. Si è riusciti a creare una vera filiera del prodotto e della qualità ad ogni costo. Questo si ritrova poi in mille piccole e grandi cose che accompagnano il prodotto Jacques Durand. In primo luogo la perfetta rintracciabilità del singolo occhiale che è considerata fondamentale non solo per individuare eventuali problemi, ma anche per essere certi di eseguire interventi di riparazione o manutenzione esatti e senza il minimo dubbio. Un vantaggio legato anche ad alcune scelte produttive che hanno premiato la solidità e la continuità del marchio rispetto all’esplodere numerico dei modelli da offrire. E poi per rendersi conto di cosa si sta trattando è sufficiente dare uno sguardo alla confezione che contiene questi gioielli per occhi. La tracciabilità: non è solo sul prodotto finito ma anche su tutti i componenti che ne fanno parte. Così nel momento in cui il cliente finale indosserà il suo Jacques Durand saprà per ogni vite e per ogni componente da dove viene e dove è stato prodotto. Questo è a nostro avviso il concetto di qualità che ciascun produttore dovrebbe avere il coraggio di perseguire e siamo sicuri che chi continuerà a muoversi lungo questa strada non potrà che trovare il plauso della clientela.